La bonifica di un territorio riguarda tutti quegli interventi e lavori che hanno come obiettivo la trasformazione di aree degradate o incolte in terreni produttivi dal punto di vista agricolo, industriale o edilizio.
In questo articolo analizzeremo le varie tipologie di bonifica, i principali metodi utilizzati e gli aspetti normativi legati a tale attività.
Tipologie di bonifica
Le bonifiche possono essere suddivise principalmente in due categorie: quelle di natura agraria, finalizzate cioè alla resa produttiva di aree incolte; e quelle di natura ambientale, volte invece alla rimozione o contenimento di contaminanti presenti nel suolo e nelle acque sotterranee.
In particolare, sotto l’aspetto agrario possiamo distinguere tra:
- Bonifica idraulica: comprende tutte quelle opere necessarie per il controllo delle acque superficiali e sotterranee (canalizzazioni, dighe, sistemi di drenaggio) allo scopo di prevenire fenomeni di erosione, allagamento o impaludamento dei terreni.
- Bonifica fitosanitaria: consiste nella lotta contro parassiti e malattie delle piante mediante l’uso di prodotti chimici, biologici o metodi meccanici.
Per quanto riguarda, invece, la bonifica ambientale questa riguarda:
- Bonifica dei siti contaminati: interventi finalizzati alla rimozione o al contenimento di sostanze inquinanti presenti nel suolo e nelle acque sotterranee che possono essere di origine industriale, agricola o urbana.
- Bonifica delle aree dismesse: opere volte al recupero di ex aree industriali, miniere, discariche, ecc. mediante la decontaminazione del suolo e delle acque, il riutilizzo di materiali riciclabili e la valorizzazione del paesaggio.
Processi e metodologie per la bonifica dei terreni
In relazione alle diverse tipologie di bonifica, i processi e le metodologie utilizzate possono variare notevolmente a seconda delle specifiche esigenze del caso.
Le principali tecniche usate nelle bonifiche idrauliche sono:
- la regimazione delle acque superficiali e sotterranee, attraverso l’installazione di barriere impermeabili, lo scavo di canali di drenaggio o la realizzazione di bacini di raccolta;
- l’ingegneria naturalistica, che prevede l’utilizzo di piante e vegetazione per stabilizzare il suolo e/o favorire l’infiltrazione delle acque;
- le opere civili, come ponti, viadotti e gallerie, che possono contribuire al deflusso sicuro delle acque e alla loro canalizzazione lungo percorsi stabiliti.
Per quanto concerne la bonifica fitosanitaria, le metodologie più comuni sono:
- la disinfestazione chimica, basata sull’impiego di sostanze insetticida, fungicida o erbicida;
- la lotta biologica, che prevede l’utilizzo di organismi viventi (insetti utili, batteri, ecc.) per contrastare parassiti e malattie delle piante;
- la meccanica, con interventi manuali (potatura, sfalcio, ecc.) o meccanici (aratura, fresatura, ecc.) volti a ridurre la presenza di specie infestanti o patogene nel terreno agrario.
Le bonifiche di carattere ambientale si basano su diverse tecniche tra cui:
- Escavazione: rimozione totale o parziale dei terreni contaminati mediante mezzi meccanici;
- Isolamento: limitazione delle zone inquinate tramite barriere impermeabili o recinzioni;
- Trattamento: processi di decontaminazione del terreno senza prevedere la sua rimozione, mediante l’uso di agenti chimici, biologici o fisici.
In questi casi è suggerito rivolgersi ad un fornitore di pompe draganti, in modo da avere i corretti strumenti per poter operare con il massimo della resa e dell’efficienza.
Normativa e obblighi legati alla bonifica dei terreni
In Italia le attività di bonifica sono disciplinate da varie normative sia a livello nazionale che regionale. I principali riferimenti legislativi relativi alla gestione dei siti contaminati possono essere considerati il D.Lgs. 152/2006 e il D.M. 471/1999, mentre per quanto riguarda lo smaltimento delle terre e rocce da scavo è necessario fare riferimento al DM 161/2012.
Tra gli obblighi previsti dalla normativa vi è innanzitutto la denuncia all’autorità competente in caso di rilevazione di sostanze inquinanti nel suolo.
Infatti, chiunque constati la presenza di contaminazioni deve segnalarlo tempestivamente all’ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale) o alla Provincia. Inoltre, i soggetti responsabili della contaminazione hanno l’obbligo di provvedere alla bonifica del sito, secondo le modalità stabilite dalle autorità e nel rispetto dei limiti di concentrazione ammessi dalla legge.
Una volta avviato il processo di bonifica, è fondamentale monitorare costantemente l’evoluzione della situazione ambientale e verificarne l’efficacia, fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati e al ripristino delle condizioni ambientali ottimali.
La bonifica dei terreni come opportunità di sviluppo
Nonostante gli oneri e i costi spesso elevati associati alle operazioni di bonifica, queste possono rappresentare importanti occasioni di crescita e sviluppo per il territorio. La trasformazione di aree degradate o incolte in spazi produttivi può portare alla creazione di nuovi posti di lavoro, all’incremento del valore immobiliare della zona interessata e alla valorizzazione del paesaggio naturale ed urbano.