grappa

La grappa è un distillato molto conosciuto e amato nel nostro paese. L’origine del nome di questa bevanda alcolica e profumata che si ottiene dalle vinacce viene dal veneto, infatti, in questa regione il tralcio d’uva prende il nome di “graspo”. 

La produzione della grappa è legata principalmente alla tradizione alcolica del nord Italia. Infatti, tra le principali zone di produzione ci sono il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Piemonte.

Ad esempio, tutte le grappe della Berta sono prodotte proprio in Piemonte e solo da vinacce di uve tipiche piemontesi tra le quali ci sono il: nebbiolo, barbera, amarone, chardonnay e moscato d’Asti.

La grappa può essere considerata un ottimo liquore da fine pasto. Ma non è insolito che questa venga sorseggiata anche in compagnia di un buon caffè o insieme a un dolce. Insomma, le occasioni per godere di una buona grappa sono molte. Andiamo però a vedere più nel dettaglio come funziona la sua produzione, la classificazione e i consigli per gustarla al meglio.

Come si produce la grappa?

Come si fa la grappa? La grappa è un’acquavite che nasce dalla distillazione di vinacce fermentate che sono ricavate dalle uve che vengono prodotte sul suolo italiano.

In genere, la produzione di una grappa di alta qualità richiede che si proceda a distillare il mosto delle uve fresche al fine di mantenere inalterate delle caratteristiche aromatiche ottimali al momento dell’assaggio.

La distillazione delle vinacce dev’essere svolta in modo continuo o discontinuo mediante l’alambicco. In caso di distillazione in modo continuo si svolge un processo che non si interrompe fino a quando non si esauriscono le vinacce che si devono distillare.

Invece il metodo di distillazione con alambicco in modo discontinuo prevede l’uso di un blocco che serve operativamente per procedere alla pulizia e al riempimento della cisterna che contiene le vinacce.

In entrambi i casi il distillato è composto in tre parti differenti: le teste ossia alcol metilico che dev’essere eliminato in quanto fa male all’organismo. Poi c’è la parte del cuore che è la più buona del distillato. Infine, si trova la coda che invece richiede di eliminare tutte le impurità.

Differenze tra: grappa giovane, aromatica e monovitigno

La grappa viene classificata a seconda di specifiche caratteristiche che dipendono dall’aromatizzazione oppure dall’affinamento. La classificazione delle grappe prevede la distinzione tra: giovane, aromatica o di monovitigno.

La grappa giovane è chiara, dal colore cristallino, e fatta maturare all’interno di contenitori di acciaio o comunque inerti, fino all’imbottigliamento in bottiglie di vetro.

Grappa aromatica: questa grappa viene prodotta da delle uve aromatiche che permettono di dare un sapore specifico al liquore in base alle vinacce utilizzate.

Grappa monovitigno: in questo caso si parla di grappe che vengono prodotte esclusivamente da dei vitigni di purezza.

Oltre a questa distinzione è possibile anche scegliere le grappe in base al loro processo di invecchiamento e all’aggiunta o meno di frutti e radici. La grappa invecchiata viene affinata in legno per 12 mesi e assume un colorito giallo paglierino.

Una grappa Stravecchia, invece, viene affinata per 18 mesi all’interno di botti di legno con un colore che vira al dorato. Infine, le grappe aromatizzate prevedono l’uso di frutti, radici ed erbe.

Come si beve la grappa?

La grappa dev’essere sempre bevuta dal giusto calice per riuscire ad apprezzare realmente le sue qualità. Una grappa giovane, in genere, dev’essere consumata all’interno dei tulipe. Le grappe invecchiate devono essere bevute da dei calici ampi che prendono il nome di baloon.

La grappa dev’essere bevuta sempre a temperatura ambiente. Le più giovani dovrebbero essere servite tra gli 8 e i 10°, le grappe invecchiate 12 mesi vanno bevute a 15° e infine quelle stravecchie a 18°.