oro

Quanto si parla di metalli preziosi, uno, più di altri, balza immediatamente alla mente di qualsiasi persona: l’oro. Un bene che riesce a resistere al passare del momento, grazie ad una domanda che è sempre costantemente superiore all’offerta. In alcuni periodi storici, come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, l’oro si dimostra di fondamentale importanza per superare i momenti di crisi

Lo sanno bene i cittadini capitolini e gli internauti che cercano di trasformare il proprio bene prezioso, in taluni casi riposto in un angolo del cassetto o in qualche cassetta di sicurezza senza essere indossato da anni, in immediata liquidità, riuscendo ad ottenere la liquidità necessaria per finanziare un acquisto non ulteriormente differibile o togliersi qualche sfizio: i compro oro, in tal senso, rappresenta una garanzia di trasparenza ed affidabilità per ottenere la miglior valutazione del bene bagnato dal nobile metallo giallo. 

Oro, come si può entrare in possesso

Quanto sia importante l’oro lo si può evincere sotto svariati aspetti, in primis come elemento stabilizzatore dell’economia mondiale. Le riserve auree, ovvero la quantità di oro che le banche centrali detengono come garanzia delle banconote stampate, sono l’esempio più calzante: maggiore è la loro quantità detenuta, più elevata è la resilienza di quell’ente monetario. 

Le banche centrali, quindi, possono indirizzare anche il valore dell’oro, acquistandolo o vendendolo in grande quantità. È bene ricordare, infatti, come l’oro sia un bene rifugio in quanto tangibile, concreto, ma il suo valore può oscillare per svariati motivi. In una fase di prolungata incertezza il suo valore, di norma, tende ad aumentare, mentre nei momenti di grande espansione economica potrebbe flettere. 

Le possibilità di entrare in contatto con l’oro, ai giorni d’oggi, sono svariate ed in grado di soddisfare le esigenze di ogni singolo individuo. Per possederlo “fisicamente” è possibile acquistare i lingotti d’oro, che il compratore può detenere materialmente oppure, come offerto da alcuni istituti di credito, direttamente nei caveaux degli intermediari finanziari. 

Detenere un lingotto, in buona sostanza, può essere visto in un’ottica “speculativa” e richiede una discreta cura per renderlo sempre brillante e lucente, evitando che l’usura del tempo lo faccia deperire e rende lo stesso meno appetibile per la vendita. L’oro, però, si può possedere anche senza detenerlo materialmente, come ben sanno i tanti risparmiatori di tutto il mondo che collocano i propri risparmi tramite il trading online. 

L’oro in ambito finanziario: un buon ingrediente all’interno di un portafoglio diversificato

Una modalità, quest’ultima, che consente di poter investire nei mercati finanziari a 360° mediante la grande rete telematica, un volano in grado di rendere concreto un concetto di primaria importanza dell’educazione finanziaria: la diversificazione. Ed in un’ottica di diversificazione, allocare una parte dei propri risparmi nelle commodities è certamente utile e funzionale per creare un portafoglio più resiliente ad eventuali shock finanziari. 

L’oro è presente, seppur indirettamente, in molti fondi comuni d’investimento, spesso utilizzato come elemento in grado di supportare gli investitori nei momenti di flessione dei mercati, ma risulta estremamente ricercato anche come elemento “diretto” di un portafoglio ben strutturato e diversificato. 

Gli ETF legati all’oro, ad esempio, sono svariati e consentono, a differenza dei fondi comuni d’investimento, di risparmiare alla voce “commissione di gestione”: questi strumenti finanziari, infatti, replicano passivamente l’andamento dell’indice sottostante (come, nel nostro caso, l’oro) e consentono all’investitore di aver un immediato riscontro sull’andamento del proprio investimento 

Per gli investitori disposti ad accettare una maggiore volatilità, gli ETF possono essere comprati anche con effetto leva, che può essere differente in base al grado di rischio che ci si vuol assumere per ottenere una maggior rivalutazione del capitale investito. La presenza dell’oro all’interno del portafoglio, però, non dev’essere superiore al 5/10% del capitale investito.